Il Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital ha lanciato una petizione su change.org per consacrare il Piemonte caput mundi del cibo. I motivi per cui il Piemonte è candidato a diventare Capitale mondiale del Cibo sono legati ad eccellenze dal food al wine.
Prima di illustrare questi motivi, anticipiamo qualche numero sul Piemonte per dare un’idea del suo grande valore nel settore Food:
– il paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato è patrimonio dell’umanità UNESCO;
– vanta alcuni tra i più importanti brand alimentari d’Italia e reti collaborative d’importanza mondiale come Slow Food;
– ha creato innovazione nel Food;
– il settore alimentare piemontese genera annualmente 8 miliardi di euro con 242mila addetti;
– le aziende agricole attive sono 50.600: coltivano ben 900mila ettari di terra, di cui 49mila a regime biologico;
– nel territorio piemontese operano circa 4.390 imprese (il 7% del totale nazionale), 28.028 bar e ristoranti e 11.618 negozi alimentari;
– il Piemonte ha visto nascere la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo ed il Salone del Gusto;
– ospita 345 fiere del cibo (di cui 8 internazionali) e 6 musei a tema.
Numeri che tolgono il fiato ma è solo una parte dei motivi per cui il Piemonte ha tutte le carte in regola per diventare Capitale Mondiale del Cibo.
Piemonte caput mundi del cibo: il progetto di una Food Valley
Il progetto Piemonte Capitale Mondiale del Food è stato presentato il 23 marzo scorso dal Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital. L’obiettivo è valorizzare le potenzialità del territorio trasformando il Piemonte in una Food Valley, un punto di riferimento internazionale.
L’intento è quello di creare una cabina di regia che coinvolga tutti gli attori della filiera alimentare (industria, agricoltura, ricerca, formazione, cultura, commercio, ristorazione, artigianato, ospitalità). L’ambasciatrice del progetto è la sciatrice Marta Bassino, campionessa mondiale nello slalom parallelo e vincitrice della Coppa del Mondo di slalom gigante 2021.
Per questa grande sfida, è necessario costituire una Fondazione che metta il food al servizio dello sviluppo economico e sociale del territorio piemontese.
Sostenere l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo e alimentare, creare nuove opportunità di investimento per le aziende, salvaguardare la biodiversità agricola e le eccellenze artigianali: sono solo alcuni degli obiettivi da perseguire.
Con la petizione lanciata su change.org (tuttora attiva), il Comitato fa una richiesta alle istituzioni locali e nazionali: destinare almeno il 10% dei fondi europei assegnati alla Regione Piemonte (Recovery Fund, PSR-programma settennale di sviluppo rurale, PNRR e Next Generation Eu) al finanziamento di questo progetto.
Ecco quali sono i ‘buonissimi’ motivi per cui il Piemonte si candida come caput mundi del cibo.
Piemonte caput mundi del cibo: eccellenze, aziende agrituristiche
I mercati alimentari in Piemonte sono notevoli, in particolare quelli di Torino: sono 42 i mercati organizzati giornalmente, di cui 38 con vendita diretta di agricoltori e allevatori. In città, ai 405 produttori Coldiretti impegnati nella vendita diretta bisogna aggiungere quelli non inseriti in circuiti associativi.
La coltivazione tipica di Vercelli è il riso: ne vengono coltivate oltre 100 varietà. Nel 2019, le esportazioni di riso vercellese sono cresciute del 7,8%, per complessivi 18 milioni di euro raggiungendo il nuovo massimo storico di export di 243 milioni di euro.
Esistono 1.316 aziende agrituristiche autorizzate in Piemonte, di cui circa la metà si occupa di ristorazione e somministrazione di alimenti. Soltanto Cuneo vanta un terzo del numero totale di agriturismo.
Piemonte Capitale Mondiale del Cibo e del Vino
Tra Alessandria, Asti e Cuneo si estendono i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, patrimonio Unesco dal 2014, con 6 aree di eccellenza per complessivi 10.789 ettari. La viticoltura da secoli rappresenta il fulcro della vita economica e sociale piemontese. Cascine, industrie enologiche, aziende vitivinicole, cantine sociali, enoteche pubbliche e private sono luoghi simbolo storici. Il Piemonte ha istituito 14 enoteche regionali e 34 botteghe del vino o cantine comunali. Conta 59 vini DOP e 25 prodotti Food di cui 14 DOP, 9 IGP e 2 STG.
I prodotti DOP, IGP e STG (cibo e vino) hanno registrato, nel 2019, un valore di 1,31 miliardi di euro.
Riguardo al cibo, spiccano in particolare il formaggio con 10 certificazioni, la frutta (33 certificazioni) e le carni (3 certificazioni).
Musei dedicati al cibo, sagre e fiere agroalimentari, presidi Slow Food
In Piemonte, sono presenti 6 musei tematici dedicati al food e 25 ecomusei.
Si tratta di strumenti importanti per curare e gestire il patrimonio culturale e per favorire uno sviluppo ambientale, sociale ed economico sostenibile.
Molto vivace la rete di sagre e fiere agroalimentari, importanti vetrine per promuovere le risorse del territorio. Nel 2019, sono state organizzate 8 manifestazioni fieristiche internazionali, 34 nazionali, 57 regionali e 246 locali. A queste bisogna aggiungere 512 appuntamenti tra sagre e fiere-mercato regionali tradizionali.
Degna di nota la realtà dei 36 Presidi Slow Food per la salvaguardia delle tradizioni alimentari, biodiversità, tecniche di produzione e mestieri in via di estinzione.
Istruzione e formazione
Il Piemonte caput mundi del cibo non trascura neanche l’istruzione e la formazione.
Uno studente intenzionato ad intraprendere la via del Food ha solo l’imbarazzo della scelta: 55 istituti professionali e alberghieri dedicati all’agricoltura e all’enogastronomia.
Non solo. Diverse università offrono opportunità interessanti nel settore Food.
L’Università degli Studi di Torino propone 12 corsi di laurea di I livello ed altrettanti di II livello, che vanno dalle scienze agrarie e ambientali alle scienze dell’alimentazione e tecnologie alimentari.
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