L’olio di palma fa male o fa bene alla salute umana? Sono molti i produttori alimentari che pubblicizzano e sottolineano il fatto che i propri prodotti dolciari e da forno sono privi di olio di palma.

Ma è così nocivo e dannoso per la salute dell’uomo? L’olio di palma è un olio di origine vegetale non idrogenato estratto dall’omonima pianta originaria dell’Africa e oggi ampiamente coltivata in Malesia ed Indonesia.

Olio di palma: tre diverse tipologie di olio

A seconda dell’origine e della lavorazione a cui vengono sottoposte le materie prime, esistono tre diverse tipologie di olio di palma, che è bene conoscere.

Olio di palma grezzo

L’olio di palma grezzo è un estratto di origine vegetale che si ricava dai frutti della palma dei quali mantiene il caratteristico colore aranciato dovuto all’alta concentrazione di carotenoidi.

La consistenza semi-solida è conferita dall’elevata quantità di acidi grassi saturi, che sono compensati dalla presenza di una buona dose di vitamina E e di acidi grassi, tra cui l’acido palmitico, un acido saturo a lunga catena.

Olio di palmisto

Olio ottenuto dai noccioli essiccati della palma, si tratta di un prodotto grezzo che vanta una percentuale di acidi grassi saturi maggiore rispetto all’olio di palma.

Rispetto ad altri oli vegetali, l’olio di palmisto può essere conservato più a lungo.

Dal punto di vista salutare, pur non contenendo colesterolo e acidi grassi trans, l’olio di palmisto è più scadente rispetto ad altri grassi vegetali, e viene usato per prodotti alimentari di fascia bassa.

Il colore biancastro ricorda quello del burro per l’elevato contenuto di acidi grassi.

Olio di palma raffinato

Conosciuto anche come olio di palma bifrazionato, l’olio di palma raffinato è il risultato di bifrazionamento e di raffinazione.

Grazie a questi meccanismi è possibile di convertire l’olio di palma e di palmisto in forma liquida.

Mediante il bifrazionamento e la raffinazione è possibile volatilizzare una buona parte di antiossidanti presenti nella forma grezza.

Rispetto all’olio di palmisto, l’olio di palma raffinato presenta maggiori vantaggi.

Olio di palma: gli acidi grassi contenuti

Gli acidi grassi contenuti nell’olio di palma sono i “mattoncini” di cui sono costituiti i lipidi.

Sulla base della struttura chimica gli acidi grassi sono suddivisi in tre grandi gruppi:

  • monoinsaturi dato che vi è un solo doppio legame;
  • polinsaturi con due o più doppi legami;
  • saturi, se non presentano doppi legami nelle catene carboniose che li compongono.

Gli acidi grassi saturi aumentano il colesterolo “cattivo” o LDL nel sangue e incrementano il rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari.

Anche se gli acidi grassi sono maggiormente presenti e contenuti negli alimenti di origine animale, l’olio di palma e quello di cocco sono gli unici alimenti vegetali che sono ricchi di acidi grassi saturi.

Bisogna, inoltre, sottolineare che tra tutti gli acidi grassi insaturi, l’olio di palma contiene anche i c.d. acidi grassi trans che presentano doppi legami e hanno effetti simili a quelli dei grassi saturi.

Olio di palma: perché è utilizzato nell’industria alimentare?

Rispetto agli altri oli di origine vegetale, l’olio di palma costa poco ed è semisolido, per questo le industrie alimentari preferiscono utilizzare l’olio di palma come ingrediente per la preparazione di dolci.

L’olio di palma è un valido sostituto della margarina, del burro e dello strutto: il contenuto di acidi grassi saturi nell’olio di palma raffinato è leggermente inferiore rispetto a quello presente nel burro.

Olio di palma: qual è il problema del suo consumo?

Il consumo dell’olio di palma e, in particolare, di quello di palmisto, che contengono elevate quantità di acidi grassi saturi fa sì che sia pericoloso per la salute del cuore e di tutto il sistema cardiovascolare.

Il consumo eccessivo dell’olio di palma comporta un incremento del livello del colesterolo, in particolare di quello “cattivo”.

Ciò non significa che i lipidi debbano essere eliminati completamente dalla dieta, ma devono essere assunti moderatamente senza mai eccedere.

I lipidi dovrebbero apportare circa il 20/25% delle calorie giornaliere totali, di cui il 5/7% rappresentato dall’apporto di acidi grassi saturi.

L’eccesso di grassi saturi comporta un incremento eccessivo del rischio di malattie cardiovascolari, con il conseguente rischio di sviluppare patologie come l’ictus, l’infarto e l’ischemia.

Inoltre, non meno importante è il fatto che l’olio di palma contiene composti cancerogeni che possono aumentare il rischio di sviluppare le patologie tumorali.

Anche se è una convinzione diffusa, bisogna anche sottolineare che una dieta variegata e sana come quella Mediterranea riduce al massimo la possibilità di sviluppare tumori nel tempo.

Proprio un interessante studio condotto dall’EFSA nel 2016 mette in evidenza che a temperature superiori ai 200 °C l’olio di palma sviluppa sostanze che, ad alte concentrazioni, sono cancerogene e genotossiche, ovvero possono mutare il patrimonio genetico cellulare.

È importante evitare il consumo di cibi trasformati industrialmente e di seguire una dieta sana e variegata.

Dunque, è possibile consumare con moderazione alimenti contenenti olio di palma raffinato senza che si corra il rischio di sviluppare malattie tumorali.

L’EFSA non ha mai bandito l’utilizzo dell’olio di palma; inoltre, negli ultimi anni le industrie alimentari hanno ridotto drasticamente il contenuto di queste sostanze nei prodotti industriali.

In conclusione è consigliabile non abusare di alimenti contenenti olio di palma, ma non c’è alcun motivo ragionevole per eliminarli del tutto.

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