Quasi tutti gli alimenti che acquistiamo quotidianamente al supermercato riportano una scadenza precisa. In fin dei conti, la scadenza è una delle primissime informazioni che leggiamo quando siamo a fare la spesa. Si pensi a quando acquistiamo una mozzarella, la prima cosa da leggere è la scadenza dei prodotti alimentari. Una volta acquistato il prodotto alimentare, è bene riporlo immediatamente nel frigo, nella dispensa di casa o nel freezer, se si tratta di un prodotto congelato o surgelato. Può accadere che alcuni dei prodotti alimentari abbiano superato la data di scadenza o il termine minimo di conservazione.

 

Scadenze del cibo: la differenza tra la data di scadenza e il termine minimo di conservazione

La normativa prevede due diversi tipi di dicitura:

  • Da consumarsi entro…, quando il produttore non garantisce la commestibilità del prodotto oltre il giorno indicato.
  • Da consumarsi preferibilmente entro…, che rappresenta il “termine minimo di conservazione”, entro il quale il prodotto, se ben conservato, mantiene le sue proprietà organolettiche.

La normativa vigente prevede che per i prodotti che si conservano meno di 3 mesi devono essere specificati mese e giorno. Per le merendine, la pasta all’uovo e la maionese (per i prodotti che durano fino a 18 mesi) è necessario specificare il mese e l’anno. Per la pasta, le marmellate e le conserve (per i prodotti che possono superare i 18 mesi) deve essere indicato l’anno.

Alimenti come la frutta e la verdura fresca, gli aceti, il vino, le caramelle e gomme, il sale e zucchero, la pasticceria fresca ed il pane non devono sottostare alle regole del Decreto Lgs. n. 109/92.

Per i salumi, i formaggi e per i prodotti sfusi nel reparto gastronomia, la normativa vigente non prevede particolari indicazioni, se non la modalità di conservazione (da 0 a 4° centigradi).

Per tutti gli altri alimenti la durata viene stabilita autonomamente dagli stessi produttori, in base ad una serie di diversi fattori che riguardano il tipo di lavorazione subita dal prodotto e la modalità di conservazione.

Ogni produttore deve saper effettuare prove di laboratorio sui propri prodotti: ciò consente di misurare la crescita microbica e di valutare dopo quanti giorni i valori organolettici e nutrizionali cominciano ad alterarsi.

La scadenza rappresenta per il consumatore un fattore primario, che consente di scegliere prodotti di qualità.

 

Scadenze del cibo: quali altri fattori incidono?

Il produttore, nello stabilire la data di scadenza, deve tenere conto anche di altri fattori, tra cui gli sbalzi di temperatura durante il trasporto o la conservazione in celle frigorifere a temperatura più calde. Latticini, frutta, formaggi, salumi e verdure sono tra i prodotti freschi più soggetti a deterioramento.

Più si avvicina alla data di scadenza, più facile è che il prodotto deteriori le sue qualità organolettiche.

 

Scadenze del cibo: sono realmente affidabili?

Molto spesso il produttore fissa la scadenza dei cibi tenendo conto più degli interessi industriali e commerciali, che prevalgono sulle reali esigenze dei consumatori.

Per quanto concerne la scadenza dell’olio d’oliva extra vergine, molti produttori ne consigliano il consumo entro sei mesi, ma altri produttori fissano la scadenza di 12 mesi. Per quanto concerne i salumi, se confezionati in una vaschetta, la scadenza non dovrebbe eccedere le tre settimane. Molti produttori fissano la data di scadenza a 60 giorni.

Per quanto concerne la scadenza dello yoghurt, molte aziende produttrici fissano la scadenza ad un mese, mentre altre aziende consigliano di consumare il prodotto entro 40-50 giorni. I pomodori pelati devono essere consumati entro 9 mesi dal termine del ciclo di produzione. Molte aziende produttrici riportano la scadenza di 24 mesi.

Per quanto concerne la scadenza del caffè, molte aziende produttrici consigliano di consumare il prodotto entro 12 mesi. Altre aziende fissano la scadenza a 18 mesi. Per quanto concerne le conserve, la data di conservazione è di anni, ma una volta trascorsi 2 mesi dalla scadenza è possibile consumare il prodotto tranquillamente, se ben conservato. È bene notare la presenza della muffa all’interno del barattolo, onde evitare l’ingestione.

 

Scadenze nel cibo: quali prodotti non scadono?

Lo zucchero ed il sale non scadono: entrambi i prodotti non sono soggetti a dover riportare sulla loro etichetta la data di scadenza. Anche l’acqua non scade, ma è la bottiglia a cagionare problemi alla salute umana. Decorsi 2 anni dall’imbottigliamento, è possibile che la bottiglia rilasci nell’acqua tracce di acetaldeide liberata dal PET o Polietileneteraftalato, il materiale più utilizzato per le bottiglie di plastica.